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Se dal punto di vista della produzione letteraria James Joyce non può essere considerato un autore particolarmente prolifico – pochi, ma immensi capolavori – altrettanto non si può dire in merito alla “scrittura privata”. Il corpus delle lettere lasciate in eredità, e qui presentato integralmente, è assai vasto e molto ricco di argomenti. Dalle lettere agli amici, cariche di spunti, idee e riflessioni generali sulla letteratura, alle lettere familiari, alla moglie, non prive di “confessioni” scandalose e argomenti scabrosi. Non pochi studiosi di Joyce ne sono rimasti imbarazzati e si sono trovati in difficoltà di fronte a un profilo privato che è molto diverso da quello ufficiale. Le Lettere sono a maggior ragione una fonte preziosa per aiutare a comprendere la complessità di questo grande scrittore, che ha rivoluzionato, messo a soqquadro, ogni canone estetico della modernità.
James Augustine Aloysius Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882 – Zurigo, 13 gennaio 1941) è uno dei più grandi autori di narrativa del precedente secolo. Benché la sua produzione letteraria non sia molto vasta è stato di fondamentale importanza per lo sviluppo della letteratura del ventesimo secolo, in particolare della corrente modernista. Il suo romanzo più noto, Ulisse, è una vera e propria rivoluzione rispetto alla letteratura dell’Ottocento, e il successivo e controverso Finnegans Wake ne è l’estremizzazione.