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Gli incontri cruciali nell’immediato dopoguerra tra Stalin
e la massima dirigenza sovietica da una parte, e le delegazioni
dei paesi che rientravano nella loro sfera d’influenza,
Jugoslavia compresa, dall’altra. A tutto questo
assiste Gilas che, assieme a Tito, è a Mosca a seguito
delle violenze perpetrate da alcuni individui dell’Armata
rossa in Jugoslavia – fatto che aveva creato un caso politico
tra le dirigenze dei due paesi. Questo libro ci svela
i dialoghi, riportando le trascrizioni dettagliate di quelle
riunioni, e lo fa attraverso la testimonianza tanto lucida
quanto preziosa di Gilas, che ci restituisce l’immagine
di uno Stalin geniale e cinico, la cui lungimiranza gli aveva
fatto prevedere che, nonostante la capitolazione, la
Germania sarebbe diventata la prima potenza europea
nell’arco di 15 anni.
Milovan Gilas (1911-1995), politico, partigiano e militante
comunista jugoslavo, a 29 anni nel Politburo ed espulso dal
Partito nel 1954 a causa di alcuni libri che gli valsero la fama di
dissidente. Consigliere e amico di Tito, è stato uno degli attori
principali della resistenza jugoslava, nonché una delle personalità
politiche più influenti della nuova Jugoslavia socialista.