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Poco tempo dopo le esplosioni nucleari che sconvolsero il Giappone e le coscienze degli uomini, Robert Jungk si recò infatti in Giappone per raccontare “il giorno dopo Hiroshima”. Eventi nazionali, locali, vite private e testimonianze si intrecciano in una grande narrazione che ha l’obiettivo di denunciare la follia della guerra e dell’autodistruzione, ma anche di mantenere aperta una speranza nella necessità del ricordo. Robert Jungk era nato nel 1913 in Austria e aveva iniziato una fortunata carriera di giornalista; dopo l’occupazione nazista dell’Austria era fuggito in Svizzera dove continuò a pubblicare scritti polemici contro il nazismo, e fu rinchiuso anche in un campo di internamento svizzero. In questi anni potè analizzare a fondo il destino e il futuro dell’umanità in un mondo dilaniato da stermini, massacri, dalla bomba atomica, dalla contrapposizione fra popoli e paesi.
Robert Jungk (1913-1994), grande cronista e testimone del Novecento, ha pubblicato saggi che hanno fatto molto discutere, tra cui Il futuro è già cominciato (1952), Gli apprendisti stregoni (1956) e Lo stato atomico (1977), contro il nucleare.