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A dieci anni da Diritto all’esuberanza, Davide Rossi torna a riflettere sul ruolo della scuola italiana. Alla luce dei tempi e dei cambiamenti internazionali che orientano in modo significativo la didattica legata ai saperi, che non vanno soltanto trasmessi, ma anche e soprattutto costruiti dai docenti insieme agli studenti – nel solco di don Lorenzo Milani e di Gianni Rodari –, l’autore ragiona sui baluardi fondamentali di una scuola partecipata e libera, per tutti, che sia in grado di vincere dispersione e abbandoni, ispirandosi all’espressione e alla valorizzazione della fantasia. Una scuola dunque capace di tornare a cercare chi si è perso e chi è rimasto indietro, ovvero una scuola autenticamente inclusiva.
Davide Rossi, docente, storico e giornalista, è direttore del Centro Studi “Anna Seghers” di Milano e dell’ISPEC, Istituto di Storia e Filosofia del Pensiero Contemporaneo della Svizzera Italiana. A Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) è vicedirettore dell’Institut International de Formation et Recherche “Patrice Lumumba”. Autore di svariati saggi dedicati alla storia, alla letteratura, alla cultura e al cinema dei paesi socialisti, ai popoli del Sud del mondo e al movimento internazionale dei lavoratori, è segretario generale del Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente (SISA) e, dal 2021, coordinatore nazionale del Centro di Formazione e Ricerca don Lorenzo Milani. Corrispondente per Sinistra.ch, segue da un ventennio i più importanti festival del cinema, anche come direttore del sito Slatan Dudow Pensieri di Cinema. Dirige dalla fondazione nel 2000 il mensile culturale on line aurorarivista.it. È membro del direttivo della sezione ANPI di Camagna Monferrato.